CAFFÈ FILOSOFICO 2023 (LICEO CLASSICO) – RASSEGNA

Si è concluso il caffè filosofico di Simone Vaccaro, che ha visto impegnati gli studenti del Liceo Classico Vittorio Alfieri di Asti, tra febbraio e inizio marzo.
Il difficile è creare una comunità di dialogo. Creare uno spazio entro il quale la condivisione di esperienze, riflessioni – immancabilmente personali – si scontrano e si relazionano con l’universalità delle ergomentazioni. Questo è il difficile, nonché il bello del Caffè filosofico. Una sfida continua per i partecipanti – siano essi studenti, professori o relatori – per rendere quello spazio fisico un luogo metafisico, per calare la metafisica del pensiero nella fisica dell’esperienza. Oltre le diffidenze iniziali, oltre le necesssarie ritualità scolastiche, in quella convivialità indispensabile per ogni approccio che si vuole autenticamente filosofico.
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Il tema proposto quest’anno è stato affrontato seguendo due direttive principali: la prima, diacronica; le seconda, sincronica. L’obiettivo di fondo è stato proprio quello di presentare una problematica e di coglierla tanto nei suoi sviluppi storici, quanto nella sua inesausta attualità. È dalla confluenza di queste due linee argomentative che si è deciso di procedere. Perché la filosofia è l’intreccio delle sue tradizioni, dei suoi linguaggi che si sono squadernati storicamente, che hanno preso vie differenti, conflittuali o simpatetiche, che si sono diramati ed evoluti e che giungono a noi carichi di un passato tormentoso; ed è l’intreccio di quelle problematiche che da un passato lontano provengono e coinvolgono la nostra attualità, non perdendo nulla della loro dirompenza. È l’incrocio di queste direttrici ad aver impegnato i ragazzi e i partecipanti tutti durante gli incontri seminariali.
Si è parlato allora del problema più antico: la natura. Si è proposto però di astrarla dalle contingenze di problematiche specifiche – ecologia, biodiversità, climatologia – per poterla recuperare nella sua concretezza, nella sua generalità. Di conseguenza, a guidarci in questo percorso sono state le parole del filosofo francese Maurice Merleau-Ponty che ha saputo, soprattutto a partire dagli scritti degli anni ’50, ripensare la natura come problematica squisitamente ontologica. Con questa mossa si è passati dalla specificità naturalistica alla complessità di un pensiero che ha interrogato direttamente l’essere. La ricerca di una «nouvelle ontologie» da parte del filosofo francese ha potuto così saldarsi con l’interesse sempre maggiore nei riguardi della filosofia della natura e delle sue diramazioni contemporanee.
Ma tale impostazione ha richiesto l’integrazione di una disamina storico-concettuale del concetto stesso di natura. Per questo, una volta presentata la posta in gioco e optato per la proposta merleaupontiana, la seconda parte del caffè filosofico è stata orientata verso una comprensione critica della multivocià del concetto di natura. Si sono scelti, tra le molte che si sarebbero potute scegliere, quattro linee orientative, ritassonomizzazione del percorso esplanativo presente nel volume di Paolo Vidali, Storia dell’idea di natura, Mimesis 2022): 1) magia e pensiero magico; 2) approccio ontologico nell’ottica tanto del pensiero greco, quanto in quello fortemente teologizzato della speculazione cristiana durante il medioevo; 3) l’approccio epistemologico proprio della rivoluzione scientifica e 4) l’approccio onto-epistemologico contemporaneo che vede costruzioni e metodiche scientifiche (teoria dei sistemi, dell’informazione, l’ipotesi Gaia) che tentano di mediare – spesso inconsapevolmente – tra una considerazione meramente scientifico-specifica con una ontologica-generale.