ANALISI
Si dica Analisi quella ri-cognizione[1] volta a s-com-porre un oggetto ri-tenuto, tale che esso possa essere detto analizzato. Ogni oggetto posto sotto Analisi si mostra così com-posto di vari meroi (aspetti)[2]. Aspetti che possono anche dirsi posizioni che nel loro mostrarsi sono ri-tenute, così che si dicano com-posizione l’oggetto ri-tenuto di cui sono individuati sub-meroi (ri-tenuti) e s-com-posizione l’individuazione di tali sub-meroi. Individuazione che è conseguentemente una separazione, tale da rendersi legittimo il distinguerla in due tipi, cui si può dare nomi di s-com-posizione debole e s-com-posizione forte.
In questo discorso sia sufficiente dire che la s-com-posizione forte è ciò che propriamente analizza, poiché fattivamente separa i meroi che costituiscono il ri-tenuto oggetto. (Tale che non sia poi sempre reversibile il processo analitico, ri-com-posizione).
La s-com-posizione debole è, invece, l’Analisi che, astraendo i meroi che ri-tiene (ossia replicandoli in simulacri), li separa solo nominalmente così da raccogliere gli oggetti analizzati insieme ad altri secondo le somiglianze (simulacri di meroi) ri-tenute. Tale Analisi non de-com-pone gli oggetti ri-tenuti.
L’Analisi nel suo apparire pone anche un soggetto, di cui si dica che la compia, cui si dia nome di intelletto. L’intelletto è un aspetto dell’Analisi, sicché lo svolgimento dell’Analisi possa essere detto operazione dell’intelletto.
In ciò l’Analisi si mostra come essente, che è e che non analizza, l’intelletto si identifica con le sue operazioni (ne è un aspetto) e anche con il suo operato.
[1] Vd. Cognizione e ri-cognizione.
[2] Cfr. Oggetto e Cosa, Axios e meroi.



