DIALOGO CON NYMPHAHRI

L’immaginario ha il potere di coinvolgere, di attrarre e di emozionare. I colori e le movenze, i costumi e le atmosfere di mondi di sogni o incubi vengono evocati e vissuti, diventando arte: l’arte del cosplay.
Il dialogo che qui presentiamo è frutto dello scambio tra Pat e Nymphahri, giovane e affermata cosplayer.
D.VA da Overwatch – photo by giacomofph
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Pat: Scorrendo il programma degli eventi dell’ultima edizione di Lucca Comics and Games colpisce la grande quantità di spazi ed attività interamente dedicati al mondo dei cosplayer. Cinque aree tematiche, photoset allestiti e prenotabili gratuitamente, quattro main event in cui spicca il Classic Cosplay Contest, appuntamento seguitissimo anche dai non addetti ai lavori. Moltissimi i cosplayer presenti e pronti ad esibire qualcosa di più di un bel travestimento. Il Cosplay, letteralmente recitare in costume, immerge in un mondo più sottile di quello semplicemente alluso dall’indossare un costume. La gestualità, la riproduzione teatrale di momenti topici di un manga, un anime o un videogame allarga il ventaglio dei luoghi e dei tempi della condivisione di quei linguaggi. Nella fidatezza del mondo descritta da Heidegger spuntano identità altre, aliene eppure congruenti, diverse, forti dell’interazione continua fra dinamici piani di realtà. Basta dare un’occhiata ai content creator di OnlyFans o alle gallery Instagram di noti cosplayer. Fra i molti profili spicca quello di Nymphahri, studentessa di psicologia che della passione per il cosplay sta facendo un mestiere.
Da quanto tempo sei una cosplayer? In base a cosa scegli chi interpretare? Estetica o passione per il personaggio?
Nymphahri: Faccio cosplay dal 2011, ma all’epoca ero davvero piccola e potevo dedicarmi a questo hobby solo sporadicamente. Considero il mio “vero inizio” il 2016, quando ho deciso di dedicare più tempo, cura e dedizione a questa favolosa passione, la stessa che mi spinge a scegliere di interpretare personaggi che amo la maggior parte del tempo, quindi tenendo conto del legame o di ciò che mi trasmettono oltre alla semplice piacevolezza estetica.
Kequing by Genshin Impact – phito by azproductioncosp
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Pat: Come spiegheresti a qualcuno che non conosce questo mondo la differenza fra il cosplay e la maschera di carnevale?
Nymphahri: Rispetto alle semplici maschere di carnevale solitamente il cosplayer è impegnato in un lavoro di interpretazione a 360° del personaggio scelto; credo sia proprio il sentimento di base ciò che fa la differenza: magari per un costume di carnevale si sceglie così su due piedi e non per forza si cura il dettaglio e la somiglianza precisa con il costume, nel cosplay, a mio avviso, l’interpretazione è alla base del tutto: noi cosplayer cerchiamo di portare in vita i personaggi non solo tramite l’accuratezza visiva ma anche e soprattutto caratteriale, scelta che solitamente risente di una grandissima influenza affettiva e che dunque non può essere considerata qualcosa di “superficiale”.
Ahri da League of Legends – photo by shot and shoot
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Pat: La tua gallery su Instagram (nymphahri) è ricca di personaggi appartenenti ad alcuni dei videogiochi e manga più amati: A parte Ahri di League of Legends è possibile vederti come Nurse Makima di Chainsaw Man, Asuka di Neon Genesis Evangelion, Himiko Toga di My Hero Academia solo per citarne alcune. I personaggi femminili dell’immaginario giapponese sono tutti inevitabilmente eye candy: quanto conta la bellezza femminile nel mondo del cosplay?
Nymphahri: Io credo che la bellezza, oltre ad essere un costrutto totalmente soggettivo, abbia anche un peso del tutto relativo. Si può essere considerati “meno belli” rispetto ai canoni sociali e comunque fare un lavoro mozzafiato, rendendo il personaggio al meglio. Sicuramente un ragazzo o una ragazza di bell’aspetto guadagnano molti consensi a prescindere dalla qualità dei propri lavori, ma non lo considero un aspetto fondamentale, soprattutto in termini di bravura, in un hobby come questo.
Pat: A volte ti chiamano per delle attività nelle feste dei bambini: quale eroina rappresenti più spesso? Qual è la loro reazione quando ti vedono? Ci sono domande o commenti che ti hanno sorpresa?
Nymphahri: Quando lavoravo come animatrice (ormai purtroppo non ho più molto tempo per dedicarmici) i personaggi maggiormente richiesti erano sicuramente Elsa di Frozen e Ladybug. È sempre stato molto bello vedere le reazioni di stupore dei bambini e come iniziassero ad inondarti di domande, tant’è che a volte con la loro astuzia e curiosità sono quasi in grado di metterti in difficoltà, per fortuna però sono un’animatrice nerd e penso di essere sempre riuscita a cavarmela senza smontare i loro sogni ahahah!
Amber da Genshin Impact – photo by giacomofph
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Pat: Su Ko-fi.com i tuoi fans possono aiutarti a sostenere le spese della tua attività con piccole donazioni: il cosplay è una passione molto costosa?
Nymphahri: Purtroppo sì, non si può proprio dire che il cosplay sia un hobby economico, soprattutto se si vuole cercare di essere attivi in questo campo. Sia che si scelga di lavorare da soli ad un progetto, che acquistandolo online o tramite commissioni, i costi raramente sono contenuti. Sono dunque immensamente grata a tutte quelle gentilissime persone che decidono di supportare i miei lavori, motivo per cui quando possibile cerco di creare dei contenuti con cui poter ricambiare questo favore.
Pat: Ci sono richieste che hai dovuto o voluto rifiutare? Puoi dire perché?
Nymphahri: Generalmente tendo ad ignorare qualsiasi richiesta non lavorativa e seria, soprattutto se si parla di scelta dei cosplay, perché seppur sia vero che oramai è parte integrante del mio lavoro, rimane sempre in primis una passione e non ho interesse nell’investire grandi quantità di tempo e denaro in un progetto verso il quale non nutro interesse. Cerco comunque talvolta di venire incontro alle preferenze di chi mi segue se anche io in primis non sono indifferente a determinati progetti! Più in generale invece ho sempre ignorato e respinto qualsiasi richiesta di contenuti espliciti, sono totalmente fuori dalle mie corde e non ho interesse nel produrli.
Himiko Toga by My Hero Academia – photo by wanderersoulphotography
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@PHOTO IN EVIDENZA by ANGELICA GARDANI, 2021