MERLEAU-PONTY – IL LEGAME TRA NOI E LE COSE

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Non essendo una moltitudine errante di sensazioni o un sistema di giudizi effimeri, ma un segmento della carne durevole del mondo, ogni paesaggio della mia vita è pregno, in quanto visibile, di molte altre visoni oltre alla mia; e il visibile che io vedo, di cui parlo – anche se non è l’Imetto o i platani di Delfo – è lo stesso, numericamente, che vedevano, di cui parlavano Platone e Aristotele. Quando ritrovo il mondo attuale, così com’è, sotto le mie mani, sotto i miei occhi, contro il mio corpo, io ritrovo molto di più che un oggetto: un Essere di cui la mia visione fa parte, una visibilità più vecchia delle mie operazioni o dei miei atti. Ma ciò non significa che ci sia, fra me e questo Essere, fusione, coincidenza: viceversa, ciò si effettua perché una specie di deiscenza apre in due il mio corpo, e perché fra il corpo guardato e il corpo guardante, fra il corpo toccato e il corpo toccante, c’è ricoprimento o sopravanzamento, cosicché si deve dire che le cose passano in noi nello stesso modo in cui noi passiamo nelle cose
[Merleau-Ponty, Il visibile e l’invisibile]
Nella edizione italiana curata da Mauro Carbone, edita Bompiani.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2022