IN CODA ALLA POSTA

Siamo in un ufficio postale, una calda mattinata estiva. Si è formata una lunga coda fin fuori le porte scorrevoli che, per la folla, si sono bloccate.
Chi è dietro: (A chi è davanti) È lei l’ultimo?
Chi è davanti: No, è lei. Io sono il penultimo.
Chi è dietro: Allora è l’ultimo. Poi ci sono io, perfetto.
Chi è davanti: Allora, sono il penultimo perché dopo di me vi è lei.
Chi è dietro: Intendevo dire (con tono comprensivo) che lei è l’ultimo prima di me…
Chi è davanti: E io intendevo dire (puntualizzando) che lei è l’ultimo dopo di me: il che comprova il fatto io non sono l’ultimo, ma che l’ultimo è lei…
Chi è dietro: (Come per bloccare sul nascere una inutile discussione) Ok, ok va benissimo. Sono l’ultimo allora. Non voglio discutere con questo caldo…
Chi è davanti: Chi dice che fa caldo?
Chi è dietro: (Un po’ allibito) Beh… Caldo fa caldo… Sono le 10 del mattino e abbiamo già oltre 30 gradi… Penso si possa ammettere il fatto che faccia caldo, no?
Chi è davanti: Ma manco per niente! Dire che ci sono oltre 30 gradi non vuol dire che faccia caldo. Io, per esempio, ho una leggerissima magliettina di lana eppure sto benissimo! Non ho né caldo, né freddo. Sto… (pensandoci su un attimo) bene. Sì, sto proprio bene!
Chi è dietro: Fortunato lei! Io sto morendo dal caldo!
Chi è davanti: Come fa a dirlo?
Chi è dietro: Cosa?
Chi è davanti: Che sta morendo. Come fa a dire che sta morendo. L’altro giorno è mancato mio padre eppure non lo aveva mai detto prima che stava morendo. Ripeto come fa a dirlo?
Chi è dietro: (Costernato) Oh, mi dispiace… Non volevo… Condoglianze.
Chi è davanti: Grazie. Comunque, sono cose che capitano. Vent’anni fa l’altro giorno. Ma non aveva mai detto una parola. Poveretto, gli hanno sparato a bruciapelo… Ma lui non se lo sentiva mica di morire il mattino quando è uscito per andare a lavoro! (Un attimo di silenzio) Comunque non ha risposto alla domanda: come fa a dirlo?
Chi è dietro: È un modo di dire… Per dire che fa tanto caldo da essere insopportabile…
Chi è davanti: Bel modo di dire! Mi piace. Dovrò usarlo più spesso.
La coda si snelliva a fatica e intanto si erano fatte le 11. Il sole sempre più forte rendeva l’attesa una tortura. I due continuavano a scambiarsi battute in allegria.
Chi è dietro: Quanto ci impiegano? Non se ne può più!
Chi è davanti: Che noia… Sto morendo dalla noia (e appena terminata la frase un sorriso che sapeva di Eureka!) Visto? (Con uno sguardo d’intesa) L’ho usato correttamente!
Chi è dietro: (Reggendogli il gioco) Eh già… Ho visto. Molto bravo…
Chi è davanti: Ha sentito. Semmai ha sentito, non visto… Come fa a vedere quello che dico se quello che dico non si può vedere ma solo sentire? Suvvia, un po’ di logica!
Chi è dietro: Ma se… (poi stoppandosi) Certo, certo…
Era passato un’altra mezz’oretta e la coda era stata quasi del tutto riassorbita. Restava solo più una signora.
Chi è dietro: Bene! C’è solo più una signora e poi tocca a lei!
Chi è davanti: (Stranito) A fare cosa?
Chi è dietro: Dico, c’è solo più una signora e poi è il suo turno!
Chi è davanti: (Ancora più stranito) Il mio turno per cosa?
Chi è dietro: (Allibito) Per… quello che deve fare in posta, allo sportello…
Chi è davanti: Ah, quello dice! Che ore sono?
Chi è dietro: Le 11:30, 11:32 a essere precisi.
Chi è davanti: Eh, come immaginavo… Mi dispiace molto, ma devo andare. La mia signora oggi ha fatto il pollo al curry. È un delizia! Lo fa benissimo. Capisce che non posso tardare: ubi maior minor cessat… Comunque è stato un piacere! (e stringe la mano del suo interlocutore)
Chi è dietro: Mi dispiace che abbia aspettato tanto per poi non concludere nulla…
Chi è davanti: Ah ma non si preoccupi! Non dovevo fare nulla in questo ufficio. È che mi diverte troppo scocciare la gente in fila alle poste. In banca no, non mi ispira. Sarà l’odore… Lo trovo rilassante (facendo un sospirone prima di dire “rilassante”) Anzi, la ringrazio infinitamente, ora sto molto meglio. E mi è venuta una gran fame! Mi stia bene giovanotto (gli dà una pacca sulla spalla, incamminandosi sulla via di casa).
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@ILLUS. by, FRANCENSTEIN, 2021