IN SALA D’ASPETTO
cliché in atto unico
In una sala d’aspetto di un ambulatorio medico entra un signore di mezza età e prende posto a sedere. In attesa del proprio turno, inizia a scambiare due parole con un signore seduto su di una poltroncina lì di fianco
Paziente 1: Buongiorno signore!
Paziente 2: Buongiorno!
Paziente 1: È tanto che aspetta?
Paziente 2: (Piuttosto irritato) Guardi, è da due ore che sono dal Dottore! Non è possibile! Avevo appuntamento per le 14 e sono le 16. Eh, (stizzito) arriverò tardi all’appuntamento!
Paziente 1: Uh mi dispiace… Aveva un appuntamento importante?
Paziente 2: (Scazzato) Faccia lei, di lavoro! Programmato tempo fa! Sono almeno tre settimane che aspetto! Così non si può andare avanti.
Paziente 1: Eh, quando succede così rode veramente… Non c’è più rispetto, tutto qua. Se posso chiedere, in quale ramo lavora?
Paziente 2: Per l’assicurazione. L’appuntamento era per firmare quella polizza sulla vita. Ora dovrà slittare nuovamente tutto…
Paziente 1: Ah è un assicuratore! Un po’ lo sospettavo, ad essere sincero. È molto elegante e distinto, ma non azzimato come un avvocato… (interrotto)
Paziente 2: (Sbottando) Come? Provi a ripeterlo se ne ha il coraggio! Ma come si permette! Io qui lavoro! E non è colpa mia se il medico non si è ancora presentato! Ma qui stiamo dando i numeri!
Paziente 1: (Un po’ stranito) Mi… mi scusi, non volevo minimamente offenderla… (con tono tranquillizzante)
Paziente 2: E ci mancherebbe pure! Domani alle 16, non un minuto di più non un minuto di meno!
Paziente 1: (Preoccupato) Alle 16? Cosa? Che dobbiamo fare alle 16? E dove?
Paziente 2: Scelga lei, basta che sia alle 16!
Paziente 1: (Titubante) Va bene… in centro?
Paziente 2: Non ci penso nemmeno! Ma per chi mi ha preso!
Paziente 1: (Servizievole) Ok ok, non si scaldi, la prego. Le chiedo umilmente scusa. Di fronte alla Chiesa? È un bel posto quello, ombreggiato e tira sempre una bella arietta fresca…
Paziente 2: Già meglio. Comunque le dica di venire insieme a lui. Così pigliamo due piccioni con una fava!
Paziente 1: (Agitato) Lui… Chi? Chi lui? Non conosco lui! Cioè, conosco tanti lui – uh se ne conosco di lui! – ma quale lui è lui? E se non fosse lui? Mi dia qualche informazione in più, la prego! (quasi supplice)
Paziente 2: No basta così. La conversazione per oggi è già durata più del dovuto. Continuiamo domani per limare tutti i dettagli. Ora la saluto. Buona giornata! (Chiudendo bruscamente)
Paziente 1: (Confuso) Ma come? Ma non è possibile! Se ne va già? E il Dottore? Non lo aspetta? E lui? Mi dica chi è lui! Come faccio a portarle lui se non so chi sia il lui che devo portarle, domani… al bar… no no, aspetti, davanti alla chiesetta, sì domani alle 14, ma devo essere in ritardo di due ore perché lei arriva con lui alle 16… ecco così (passandosi le mani tra i capelli compulsivamente)… bene, allora domani vengo alle 15, mi trovo davanti alla Chiesetta, lei non ci sarà ancora (indicandolo e facendo il segno di no con la mano), così potrò andare da lui – berremo qualcosa, io un caffé lui (pensandoci un attimo)… sì, un chinotto – e tornerò da lei, ma saranno le 17, per cui lei non ci sarà più perché avremmo dovuto vederci alle 14 con un ritardo di due ore, ma 17 + 14 fa 32 che è 5 per cui… come faccio faccio mi vengono sempre le 5, per cui sarò sempre in ritardo pertanto… (piangendo dallo stress) possiamo fare alle 5 del mattino?
Il paziente 2 spegne l’auricolare collegato wireless con il cellulare e sentendo dei gemiti provenire dalla poltrona a fianco, si gira
Paziente 2: Mi scusi signore, ha bisogno d’aiuto?
Per vedere tutte le pièce teatrali abbozzate clicca qui
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2021