TALETE – (Sonetto I)
Per primo ebbe lui nome di sapiente,
Talete che animò il milese acume,
che i flutti fè del mondo l’ingrediente
e disse in ogni cosa esserci un nume.
E quando il riso trace si levò
perché da trasognato s’inciampava
il volto al gretto fango non puntò,
ed anzi ancora il cielo contemplava.
“A voi che sol d’olive v’ingozzate
– sicuro formulava una scommessa –
darò una gran lezione quest’estate”.
Dipoi giunto il momento della ressa
– già visto nelle stelle consultate –
col frantoio mieté la sua promessa.
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@ILLUS. by AGUABARBA feat. PATRICIA MCBEAL, 2020
Bravo!
Così parlò Dexistens.