BOSSE-DE-NAGE AL CARISSIMO SUO

Carissimo mio,
da tempo ormai rimugino di inviarVi questa mia e, come avrete potuto accorgerti voi stesso, anche oggi titubo. Non che non voglia spedirGliela, non sia mai. Mi ritiene solamente un fatto: che quando sarà vostra non potrà più essere mia, divenendo così impossibile inviarVi questa mia! Ci credereste se Ve lo dicessi? Se imprimessi a parole – in una bella canzone magari o, più verosimilmente, con agili parole da far impallidire Lo Oratore – e lo recitassi in piazza, davanti al Tribunale, dietro al Teatro? Ci credereste forse? No, forse no. Nemmeno voi ci crederste (come d’altronde non ci crederei nemmeno io. Ma sono diffidente per natura, non farci troppo testo). Per questo Ve lo scrivo. Ma ci pensate? Che storia!
Difatti, che una storia la si debba raccontare va da sé. Una storia non narrata è la ciliegina sulla torta in assenza della torta o, dipende dai gusti e dalle intolleranze alimentari, una torta in assenza della ciliegina. Un dolce che lascia l’amaro in bocca o un amaro troppo dolce per assolvere alla sua funzione digestiva – con il conseguente gonfiore alla bocca dello stomaco e i crampi addominali tipici di una indigestione. Un tostapane per fette biscottate, una marmellata sul pancassetto, un tramezzino non tramezzato. Secondo le auguste parole del Filosofo, un atto potenzialmente in atto o una potenza attualmente in potenza – ma che può essere anche il contrario o il subalterno: non lo nego e non lo affermo, non sono mai stato bravo in logica. Tutto questo per dire che la storia è bella ed è bella da narrare visto che è una storia bella. Certo, i miei detrattori – già lo so! pronti ad affilare gli artigli della malevolenza strisciante – mi accuseranno che io narro solo di storie belle, motivo per il quale le belle storie che narro hanno così successo; ma, mi chiedo, quale colpa io possa avere se le mie belle storie sono belle solo perché scelgo storie belle da narrare: narrino loro storie belle, sempre che riescano a trovarle… Ma che la storia la si debba raccontare è tanto palese quanto il fatto che il sole non è solo – che tu non riesca a vedere stelle e pianeti e i corpi celesti non significa che non siano, e che non siano lì proprio dove credi non siano -; motivo più che valido per rendere la storia già di per sé bella. Per questo non narro mai di storie che non siano se non belle.
Questa volta, lo devo ammettere, è diverso. La bella storia che stavo per raccontare si è macchiata, fin da principio di ciò che non renderebbe bella nemmeno la più bella del reame. Che il mio dovere sia narrare lo dice la mia professione; non posso esimermi dal condividere quello di cui porto i miei occhi a testimonianza. Mi conoscete oramai: non sono poeta, né vorrei esserlo – con buona pace di chi vorrebbe lo diventassi. Non sono cronista, non ho il senso del tempo – la puntualità non è mai stato il mio forte, eppure, e di questo ne vado molto fiero, non ho mai perso un treno. Non sono scrittore, difetto di menzogne – le mie storie sono veramente vere quando le leggi, ma prima, un consiglio che do ad ogni mio nuovo lettore, Vi chiedo, gentilmente, di non credervi: non sono scrittore, lo ammetto, ma neanche cronista, e me lo rimembro; Voi? Sono filosofo? Così mi han sempre detto. Sia; io non credo. Sono loquace, quello sì. Mi piace conversare amabilmente, tra gentiluomini, in piazza al caffè in teatro. Ogni spazio è buono per me. Solamente non dico molto. Sono loquace, ma non garrulo; di poche parole, però di quelle giuste. In fondo ne bastano due, che poi sono una ripetuta due volte: «’HA ‘HA».
Ecco, la storia bella macchiata fin dal principio si è tinta di ogni sfumatura di un solo e singolo «’HA ‘HA». Il fattaccio ha messo in moto un meccanismo irreversibile e la mia storia non è più tanto mia quanto non lo è – forse mai – stata Vostra. Di chi è allora? Non credo più mia oramai. Se qualcuno si sente parte in causa ha ragione: probabilmente io starò parlando proprio di lui o lei o loro. Non scommetterei fosse mia intenzione parlare di lui o lei o loro, epperò essendo mia intenzione raccontare la storia bella macchiata fin dal principio, se ne deve concludere che è sempre stata mia intenzione parlare di lui o lei o loro, chiunque essi siano. Però non ci scommetterei su: potrei anche sbagliarmi. Il fatto è che il fattaccio ha cambiato la storia che si voleva narrare.
I miei più sentiti,
mio Carissimo
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2021