DELLA TROVATA DI BOSSE-DE-NAGE (PARTE II)

CONTINUAZIONE DELLA PRIMA PARTE
Sprofondati nel nero più profondo della notte più scura, dispersi nella Grande Pianura Piana e in balia di creature la cui natura resta ancora oggi un enigma irrisolto per la scienza biologica biochimica biopolitica bioritmica, la speranza sembrava voler morire per prima. “Non vi preoccupate, amici! Ci sono qua io!” – infondendo calma a profusione il mistico teologo di provincia. “Grazie al mio mistico bastone illuminerò le oscurità più oscure proteggendovi dalla malvagità senza limiti dell’acerrimo nemico The BRock”. E alzando il braccio fece brillare il suo bastone la cui luce rifulse illuminando a giorno la notte. Tutte le creature pronte a balzare per cibarsi delle loro carni – forse, e chi lo sa? – scapparono terrorizzate colpite dal raggio fotonico emanato da quell’oggetto mistico. Allora Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, con un «’HA ‘HA» degno di un capitano di vascello, esortò i suoi compagni ad approfittare di quel momento per evadere da quel luogo infernale il prima possibile. Stavano per muoversi quando, d’un tratto, il lume della salvezza si spense, per non riaccendersi più.
“Le pile! Devono essersi scaricate le pile!” – stupito il mistico teologo di provincia. “Eppure le ho cambiate prima di lasciare la grotta! Non è possibile che si siano già scaricate! Ma mi sentiranno: questa storia non finisce qui. Farò una telefonata al numero che c’è sulla confezione e mi farò, quanto minimo, rimborsare. Non contando i danni materiali e morali che mi hanno cagionato!” E iniziò a frugarsi nelle tasche come se stesse cercando qualcosa, ma di pile nemmeno l’ombra. Quale delusione gelò il manipolo! Si era alzato un vento freddissimo da nord-sud: se fossero rimasti ancora all’addiaccio, ghiaccio sarebbero divenuti.
“Forse ho la soluzione!” arrischiò un membro della ciurma che aveva scelto come outfit il costume da ninja. “Quando la luce illuminava l’aere, mi sono permesso di intagliare nel legno questo flauto. Avrei sperato di usarlo per allietare la nostra traversata, ma ritengo essere giunto il momento di utilizzarlo in questa circostanza disperata. Forse grazie alle sue proprietà potrebbe liberarci dalle fiere!” [Il flauto, dovete sapere, è un oggetto che per molte culture nasconde poteri magici: si dice possa allontanare i mostri e portare pace e armonia. Per una descrizione dettagliata sia per lo sviluppo storico del mitologhema che per una puntuale analisi teoretica, si consiglia lo studio dell’agile Il Flauto Magico. Storia e teoresi di un mitologhema tra Die Zauberflöte di Mozart e Bosse-de-Nage, pubblicato l’altro ieri da Lo Studioso, N. d. C.].
Ricevuto il nulla osta dal gruppo di avventurieri, il ninja si mise a suonare con delicatezza e grazia davvero uniche. Le belve, al sentire quella melodia celestiale, se la diedero a gambe levate, lasciandoli liberi di proseguire. Non avevano però fatto ancora quattro passi per stemperare un po’ la tensione, che si sentirono osservati e seguiti. Il suono che si propagava nella Grande Pianura Piana cessò di botto e lo sguardo del loro compagno si colorò di tutti quei colori che solitamente indicano notizie negative.
“La leggenda vuole che serve il legno di Abete bianco per attivare al pieno tutti i poteri del flauto. Siccome qui ci sono solo Abeti rossi ho di necessità usato quel tipo di legno. Non vorrei facesse l’effetto… [In effetti il pover uomo ignorava completamente che l’abete rosso sfrutta potentissimi ferormoni quando le onde sonore sfiorano la superficie e che proprio lo strumento flauto, se costruito con legno di abete rosso, agisce siccome cassa di risonza dell’attrazione e non della repulsione! N. da. C.].
Di lì a poco il numero di occhi che si stagliavano nell’oscurità aumentavano a vista d’occhio e con essi il pericolo di un imminente attacco si faceva sempre più palpabile. Prese allora la parola Bosse-de-Nage che con un dei suoi «’HA ‘HA» arringò i suoi e spaventò terribilmente le creature della notte che da quel preciso momento credettero di essere condannate al cospetto del Gran Giudice dato il fervore retorico manifestato in quell’arringa e alle inoppugnabili prove presentate in sede processuale. Convinto dei suoi mezzi, invocò il potere degli Emendamenti e con competenza invidiabile anche per il miglior giurista di tutta la Terra di Cuccagna, fece riconoscere quelle belve colpevoli, che così vennero condannate in via definitiva. Ma siccome il minaccioso The BRock che mollava tutto per andare a scrivere su Arena Philosophika aveva previsto che la causa sì sarebbe conclusa con una sua sconfitta, aveva preventivamente messo al tappeto chi avrebbe dovuto mettere in pratica la sentenza del giudice, che di fatto fu lettera morta. Ciò però non demoralizzò Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, che consigliò al suo gruppetto di prendersi per mano e danzare in circolo per tutta la notte, senza musica, altrimenti avrebbero attratte altre creature. Che emozione! Finalmente anche lui avrebbe potuto vantare di essere stato in un Matisse!
Danzarono per tutta la notte, senza musica e in perfetto silenzio. Le fiere notturne rimasero ben lontane da quel turbinio di corpi in movimento, come ipnotizzate dalla perfezione dei cerchi che disegnavano a passo di danza. Fino a quando non venne l’alba: ai primi raggi le creature oscure scapparono nel folto della foresta, ove nemmeno i raggi del più caldo dicembre riescono a penetrarvi e scomparvero all’istante, così come erano apparse. Grazie alla sua trovata e alla collaborazione di tutta la cirma erano riusciti a superare indenni anche questa seconda, terribile minaccia del terrificante The BRock.
Così Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, al termine di quella notte epica gridò un «’HA ‘HA» di incitamento a riprendere il cammino.
@ILLUS. by, FRANCENSTEIN, 2021