DELLA VERA STORIA DI THE BROCK NARRATA DAL VECCHIO SAVIO D’ORIENTE

Non avevano ancora lasciato il villaggio tutto diroccato che una voce profonda, proveniente un po’ dal basso e un po’ dall’alto, un po’ da destra e un po’ da sinistra – molto più da sinistra che da destra però – li bloccò.
– Voi pensate veramente che la storia della vecchia sia minimamente fedele ad una qualsivoglia realtà dei fatti? Non ditemi che non vi è parso quanto minimo pittoresco che una vecchia si fosse messa a costruire un computer quantistico!? Dai, non fate gli allocchi!
Bosse-de-nage, cinocefalo babbuino, risentito per quelle parole emise un piccato «’HA ‘HA», come a dire “Chi è lei? Per prima cosa si qualifichi! Si faccia vedere immediatamente! A me non sono mai piaciuti i corpi con troppa voce, figuriamoci voci senza corpo!”
– Chi sono io? Hai coraggio da vendere ragazzo a fare a me una domanda del genere. Se lo vuoi davvero sapere allora dovrai prepararti ad essere sconvolto al cospetto della verità! Vuoi conoscere la mia identità? Eccomi, mi manifesterò!
Al che il mistico teologo di provincia, per spezzare la tensione che si era creata, recitò un aforisma di grande saggezza:
L’identità è il nome per dire ciò che non è. Se è non ha identità all’infuori di essere.
Sentirono rumori di passi tra la ghiaia provenire da destra e tutti si voltarono in quella direzione. Nessuno. I passi continuavano ad avvicinarsi, sempre da destra, ma non riuscivano a scorgere nessuno.
– Eccomi! Immaginavo che non sareste mai stati in grado di reggere il mio sguardo penetrante! Sono qua, dalla parte opposta! Sono a sinistra. Io vengo sempre da sinistra!
Di fronte a loro un vecchio, con i capelli a fungo grigi, la barba lunga lunga e una pipa fumante. A vederlo così sembrava un derviscio o comunque un Vecchio Savio d’Oriente. Parlava con gran calma e procedeva appoggiandosi ad una bicicletta con le rotelle, facendo risuonare di tanto in tanto il campanellino.
– Se volete conoscere la storia di The BRock è a me che dovete chiedere, non a quella vecchia. Voi non lo sapete, ma io sì: ella è sul libro paga del malvagio The BRock che mollava tutto per andare a scrivere su Arena Philosophika. La storia che ha narrata è stato un becero tentativo di condizionarvi. Immagino che abbiate provato un minimo di pietà per lui, nevvero?
Tutti guardarono verso il basso, annuendo.
– Come immaginavo! Vi ha tirato un bello scherzetto! Ma vi sta bene, creduloni! Ora, senza ulteriori indugi, vediamo di raccontare la vera storia dell’antagonista del protagonista. Siete tutti orecchi?
Si toccarono la testa per controllare se fosse tutto in ordine e, essendo le orecchie al loro posto e libere da ingombri vari, annuirono. Certo, non erano tutto orecchi però…
– Molto bene possiamo incominciare…
C’era una volta, in un regno lontano lontano un uomo che non aveva figli. Non poteva averli e, come se non bastasse, era rimasto vedevo in giovane età. Era un uomo buono, un gran lavoratore – uno scultore – e molto generoso. Un giorno, in preda alla solitudine, decise di intagliare nella roccia una statua di un giovane forte e muscoloso. Grazie all’aiuto degli dei che si erano impietositi per la sua condizione, quella statua prese vita. Il giovane si contraddistinse per le sue imprese diventando in poco tempo campione di Wrestling. Il ragazzo di roccia era molto affezionato all’uomo buono tanto che quando quest’ultimo morì prese la decisione di esserne il figlio. In onore dei suoi natali, si fece chiamare The Rock.
Crebbe forte e valoroso, nutrendo i valori dello sport e delle competizioni olimpiche partecipando ai Giochi Panellenici e riportando numerose vittorie in moltissime discipline. Venne il momento di ritirarsi dalle scene, ricco di numerose vittorie e padre di un pargolo che gli era da poco nato e sul quale nutriva le massime speranze per una continuità nel medagliere.
The BRock, così si chiamava il neonato, fin da subito aveva mostrato scarso interesse per lo sport. Ancora in fasce, codificò le leggi della termodinamica, migliorate definitivamente solo molti anni dopo da Bosse-de-Nage. Amante della poesia, del teatro, della danza, coniugava una solida conoscenza scientifica con la passione per tutte le arti: le leggi della natura erano per lui poetiche. Ben presto i due entrarono in conflitto e un bel giorno, quando The BRock non era ancora adolescente, mollò tutto per andare a scrivere su Arena Philosophika. The Rock soffrì talmente che il suo debole cuore ne risentì irrimediabilmente: non passò molto che il suo corpo venne trovato esanime galleggiante lungo un fiume. A seguito delle indagini venne scoperto il colpevole di quello che a tutta prima sembrava un suicidio. Il suo nome è rimasto segreto, ma molti giurano di aver visto aggirarsi da quelle parti uno Snark della specie dei Boojum… The BRock seppe dell’accaduto e si diresse dal mistico teologo di provincia per nascondere le tracce.
Ora vagabonda ramingo per queste terre portando devastazione e solitudine ovunque lo si incontri per vendicarsi di un destino a lui infame, tutta colpa di un padre che lo ha spinto a fare sport quando il suo spirito era maggiormente incline alla poesia. La sua reazione ora è fuori controllo e coinvolge ignare e innocenti persone della nostra bella Terra di Cuccagna.
Questa non è fantasia di un vecchio delirante, ma verità di un Vecchio Savio d’Oriente, che ha ricevuto codesti insegnamenti da suo nipote che a sua volta li ha ottenuti in eredità da suo nipote e così via, da nipote a nonno fin dalla notte dei tempi…
Il racconto lasciò tutti basiti. Ora più che mai si era mostrato necessario fermare quella calamità che rischiava di trascinare il mondo intero in rovina. Bosse-de-nage, cinocefalo babbuino, emise un battagliero «’HA ‘HA», come a dire “Non vedo l’ora di stoppare The BRock”.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2021