DELL’ARRIVO DI BOSSE-DE-NAGE NELLA TERRA DI CUCCAGNA
Non era ancora trascorso un giorno da quando Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, si era incamminato in su la via per la Terra di Cuccagna che era di già passato un anno. Era la classica giornata settembrina sferzata da un sole lugliesco, con quella tipica canicola agostana che faceva rimpiangere la giornata settembrina battuta da una pioggerellina marzolina, con quel tipico tepor d’estate novembrina della partenza, quando intravvide, di lontano, immersa nella terribile zuppa-di-piselli ottembrina, una collina alta alta da non sembrare un’alta collina: secondo la mappa, quella era l’isola sede della Terra di Cuccagna.
Visivamente emozionato, si risistemò sulla spalla lo zaino caricato con tutto l’occorrente per un viaggio della durata stimata che avrebbe dovuto essere stimata e che sarebbe sembrato almeno più o meno la durata che avrebbe dovuto essere stimata, e si avviò, ormai certo di aver riscritto la storia nei libri di storia che si stavano stampando, verso la leggendaria Terra di Cuccagna.
Lo spettacolo che si trovò innanzi non si riesce a descrivere a parole; nondimeno, neanche le immagini sarebbero in grado di rendere conto della fantasmagoria alla quale assistette giunto presso la leggendaria Terra di Cuccagna. Per questo, si considera adeguato riferire il solo parallelismo la cui limpidezza non difetta di alcunché: il completo dispiegarsi del più completo degli «’HA ‘HA», completo dalla «’HA» alla «’HA».
Dinnanzi a lui stava, in gessato perfetto, l’agile, il cortese e il mai ingessato Sindaco della Cittadinanza Tutta con gran sfoggio di eleganze di ogni foggia e la fascia tricolore di tutte le cromie di cui una fascia tricolore è capace, abbinate con così tanto buon gusto da riprodurre fedelmente lo sgargiante arcobaleno che solo in quella leggendaria Terra di Cuccagna si può ammirare così sgargiante. Intorno al Sindaco della Cittadinanza Tutta, festosa e chiassosa, stava la Cittadinanza Tutta, tanto numerosa da essere al minimo venti Cittadini da sembrare almeno ventuno e che con canti e doni e poesie da rinfrancare l’animo di ogni viaggiatore, inneggiava alla buona ventura del viaggiatore giunto nella leggendaria Terra di Cuccagna dopo un viaggio di un giorno durato un anno.
Senza parole, Bosse-de-Nage emise un sonoro «’HA ‘HA» di sospiro di sollievo.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2020