CELESTE HUNZIKER TRUSSARDI È GIÀ CON DIO
Le figlie di Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi, avrebbero iniziato a fare domande sulla religione. In particolare Celeste avrebbe asserito “Mamma allora io voglio morire perché voglio conoscere Dio, se Dio ha tutte le risposte meglio morire“. Come si evince dall’articolo di Leggo (Michelle Hunziker, la figlia Celeste spiazza tutti: «Vorrei morire per conoscere Dio…». Lei reagisce così, clicca qui). Hunziker ha voluto condividere quest’informazione con le persone che ama, sui social.
La piccola assillata dalle domande (“Cos’è l’eternità?”, “Quando possono conoscere Dio?” e “Quanto ci ha messo Mosè a portar il popolo ebreo nel deserto?”) è vittima del telos anticonservativo promulgato, tra gli altri discorsi, da quelli della teologia cristiana.
Al netto della domanda su Mosè, la quale non è certamente una delle grandi domande, essendo la veridicità delle vicende bibliche da dubitarsi in quanto tramandate da fonti non conosciute e in quanto le verità storiche non sono dicibili verità in senso stretto (regolarità), poiché non verificabili (esperibili) nella loro individualità (posta nel passato), le prime due questioni sono fondamentali.
«E adesso cosa dico?» si domanda preoccupata a sua volta Michelle Hunziker, «Ho iniziato a dare delle risposte e si è concluso il viaggio con Cece che mi ha detto: “Mamma allora io voglio morire perché voglio conoscere Dio, se Dio ha tutte le risposte meglio morire”».
La madre non ha saputo che dare una risposta evasiva: «No amore! Devi vivere bene questa vita sulla terra!».
Hunziker probabilmente non ragiona a dovere sull’Eternità e su Dio (che poi sono l’Una nome dell’Altro) e la sua soluzione al problema esistenziale della figlia è essenzialmente non pensarci.
Tuttavia la “vita sulla terra” in queste parole sembra essere certamente distinta dall’Eternità. Che Quella esista o meno. Ma cosa legittima ad affermarlo?
Il divenire, il mutamento e dunque la temporalità e la morte sono l’evidenza originaria? È questo il dato dell’esperienza? Dio, l’Eterno che “ha tutte le risposte”, non può certamente abitare il mondo che è pieno di domande?
La vita sulla terra reca con sé molte domande. Tuttavia, come spesso si dice, prima di tentare di rispondere sono da ricercarsi le domande giuste.
E non potrebbe essere, una tra le altre giuste, la domanda: “Cos’è una domanda?”
Il quesito richiede una risposta che è una definizione o vorrebbe esserlo. Tuttavia questa, come ogni domanda, è innanzitutto sé stessa nella sua individualità. E quella, l’individualità della domanda, è sì definita (determinata), ma non definita (distinta dal resto dell’apparizione).
E così è da chiedersi, siccome l’esperienza è determinata e in essa non vi è distinzione, perché postulare la distinzione tra il presente (l’apparizione) e ciò che non è presente (passato e futuro, per esempio) così da introdurre il tempo?
Se il tempo non viene introdotto (con tutte le sue problematiche) non vi è motivo di domandarsi “cos’è l’Eternità?”, essendo Quella propria di tutto ciò che appare. Apparizione che è porzione continua di un insieme infinito (non numerabile), in atto e mancante di nulla (Dio, l’Eternità, compatibilmente con quanto afferma Tommaso d’Aquino).
In tale prospettiva compito di ogni determinazione è essere sé stessa, ossia quella porzione di Tutto di cui è attributo. “Tutte le risposte” risiedono così in Dio, nel senso che Quello è in-formazione Eterna di sé, senza possibilità che qualcosa vada dimenticato, poiché ogni cosa è sempre esperita.
Non c’è bisogno di morire, anche perché non si può.
La piccola Celeste è già Dio. Egli è interamente presso di sé in ogni suo attributo.
P.S. Se Dio fosse diverso da questo concetto di Dio, Dio sarebbe minore di tale concetto di Dio (che è id quo maius cogitari nequit, con implicazioni che superano quelle osservate da Anselmo d’Aosta). E con ciò non sarebbe Eterno. A proposito di Mosè: nel Dio non eterno non ha importanza stabilire quale sia stato il passato, poiché, non essendo perfetto (in atto), è infetto e muta (cfr. E&C: Cambiare il passato, qui). In ogni caso non si ha scienza nel presente di ciò che non è presente. Scienza incontrovertibile è testimonianza diretta (episteme, Severino). Il Dio Eterno sa/è in Mosè cosa Mosè fece/è, quando/dove quella testimonianza dell’Essere chiamata Mosè è.
@ILLUS. in evidenza by TONY BOMBERG, 2020
@ILLUS. nel corpo del testo by JOHNNY PARADISE SWAGGER, 2019