PROPAGANDA
Prima di entrare nel merito di qualsiasi recensione, come in questo caso con Propaganda di Edward L.Bernays, bisogna prima di tutto comprendere quale sia l’obbiettivo del libro e di conseguenza anche il messaggio che esso vuole veicolare al lettore.
Il testo è diviso in undici capitoli, ciascuno dedicato a particolari e specifiche caratteristiche di quello strumento definito, appunto, propaganda. Un dispositivo sociale che l’autore intende analizzare mettendone in evidenza struttura e meccanismi, anche con l’ausilio di spunti ed esempi per comprenderne meglio le dinamiche nascoste, quelle più difficili da cogliere.
Qual è dunque l’obbiettivo di fondo di questa lettura?
Intanto occorre rilevare come l’autore non si sia limitato solamente a spiegare i meccanismi operativi di funzionamento della propaganda e dei soggetti che ne fanno parte, bensì abbia voluto mostrare al lettore comune come, in maniera astuta e spesso impercettibile, gruppi ristretti di persone si siano nel tempo appoggiati e rivolti alla figura del propagandista. Bernays – che evidenzia il fatto di essere egli stesso parte dell’opinione pubblica e dunque punto finale di arrivo per la propaganda – sottolinea come il propagandista, nelle intenzioni delle élite, abbia un ruolo decisivo nel scegliere e indirizzare la volontà degli altri individui. Una volontà che, naturalmente, viene addomesticata per servire e legittimare gli obiettivi delle stesse élite.
Il propagandista è dunque una figura che agisce da ponte di collegamento non solo con le grandi masse di individui e le grandi industrie, ma anche con l’intera opinione pubblica. Questo perché il propagandista è capace di fornire consenso, elemento fondamentale nelle società moderne, tanto per l’approvazione di una campagna pubblicitaria quanto come coefficiente di legittimazione nell’ambito della politica e dell’economia.
Ciò è possibile perché l’opinione pubblica è sostanzialmente inconsapevole del proprio potere. Per questo motivo l’autore insiste a equiparare la massa, incubatrice dell’opinione pubblica, a bambini inconsapevoli e incoscienti, veri e propri incapaci che non hanno né gli strumenti né tantomeno le capacità necessarie per capire pienamente le scelte che devono essere fatte per il proprio bene. A tal proposito possiamo cogliere il senso del discorso in maniera più accurata per mezzo delle parole dell’autore sulla massa e sul modus operandi della stessa, per esempio in relazione alla propaganda economica relativa ai prodotti:
l’azienda moderna deve studiare come arrivare a un connubio amichevole e reciprocamente vantaggioso esponendo i propri obbiettivi in termini che la massa possa capire ed infine possa accettare.
Una citazione lapidaria che tuttavia consente di cogliere una questione molto importante: ossia come la propaganda, per essere efficace, abbia bisogno di consolidare tanto l’aspetto narrativo (la massa che deve capire) quanto l’aspetto coscienziale (la massa deve accettare).
Un’opera, quella di Bernays, capace di accompagnare tanto il lettore comune quanto l’esperto attraverso tematiche complesse concernenti la propaganda e i suoi intricati meccanismi in continuo cambiamento. Un testo per tutti, utile e illuminante. Certo, i neofiti potrebbero inizialmente trovare la struttura del libro un po’ complessa, ma come già precedentemente detto, il testo si dimostra capace di offrire esempi e riferimenti ben strutturati, funzionali a guidare il lettore meno esperto. Come per esempio i seguenti: «una compagnia petrolifera che abbia compreso tutti i risvolti dello sfaccettato rapporto con il pubblico, proporrà oltre a una benzina valida una solida ed importante politica del lavoro»; oppure: «un negozio specializzato nella moda da uomo esprimerà anche nell’architettura la qualità delle merci che propone». Si tratta di riferimenti che, riguardando la quotidianità, mettono in luce in maniera immediata le implicazioni della propaganda e del suo linguaggio. Per questo motivo, infatti, la narrazione è diventata una necessità che ha portato per esempio le aziende a specializzarsi nelle pubbliche relazioni, per trasmettere in modo chiaro le proprie intenzioni alla gente e orientando di conseguenza la domanda dei consumatori.
Propaganda è, insomma, un libro che fa riflettere e che rinnova domande di nodale importanza: come funziona la propaganda? chi ne ha usufruito per i propri interessi personali? Ma soprattutto: nella nostra quotidianità, le scelte relative ai nostri acquisti, le nostre decisioni personali, le nostre opinioni politiche sono davvero frutto di una libera scelta? tutto quello che viene eseguito o raccontato, dai media o dalla propaganda, è davvero eseguito o raccontato per il nostro bene?